Fonte : Controinformazione .

La Corte costituzionale spagnola ha appena inferto l’ennesimo schiaffo al governo socialista guidato da Pedro Sanchez dichiarando, il 27 ottobre, incostituzionale il secondo stato di emergenza durato 6 mesi senza che né il Parlamento né la Costituzione potessero controllare l’operato del governo.

In Spagna la giustizia è in piena rivolta e la domanda da porsi è, se il resto d’Europa, ne sarà ispirato. Infatti, dopo aver ordinato al governo centrale di Madrid di rimborsare tutte le multe riscosse durante il primo stato di emergenza sanitaria del marzo 2020, la giustizia ha appena dichiarato incostituzionale il secondo stato di emergenza durato dal 9 novembre 2020 al 9 maggio 2021.

Fonte El Mundo

La Corte costituzionale ha dichiarato questo mercoledì incostituzionale con sei voti contro quattro diversi aspetti del secondo stato di allarme decretato dall’esecutivo di Pedro Sánchez in una sentenza che suppone un nuovo colpo per La Moncloa.

Secondo fonti legali di EL MUNDO, la corte delle garanzie ritiene che la proroga di sei mesi dell’allarme sia stata incostituzionale perché non è stato esercitato alcun controllo periodico da parte del Congresso dei deputati su questa misura.

L’Alta Corte ha capito che questa singola proroga era infondata e ha costretto il Parlamento a rinunciare a svolgere la funzione di controllo del Potere Esecutivo. In altre parole, la Costituzione ritiene di aver espropriato la Camera bassa di una delle sue funzioni principali stabilite nella Magna Carta.

La sentenza spiega che ciò che merita la censura costituzionale non è la durata della proroga, di per sé e senza altro, ma il carattere irragionevole o infondato, dato l’accordo adottato dal Parlamento nel suo insieme della decisione con cui tale termine è stato fissato.

Pertanto, la determinazione temporanea di tale proroga di sei mesi è stata effettuata in maniera del tutto incoerente, con il significato costituzionale che è proprio dell’atto di autorizzazione e senza alcuna coerenza, anche con le ragioni che il Governo ha asserito per sollecitare la proroga definitivamente concessa.

Inoltre, il TC sottolinea che l’estensione è stata autorizzata quando le misure di limitazione dei diritti inclusi nella richiesta non sarebbero state applicate immediatamente dal governo, poiché la sua attuazione era soggetta a ciò che i presidenti delle comunità autonome hanno deciso, quindi l’autorizzazione è stata data senza sapere quali misure sarebbero state applicate per combattere la pandemia di Covid-19.

Inoltre, il tribunale delle garanzie dichiara incostituzionale anche la delega del potere centrale nelle autonomie, a cui il Governo ha concesso pieni poteri per limitare i diritti fondamentali dei cittadini, cioè la cosiddettaco-governance durante la pandemia di Covid-19 istituita nel Regio Decreto 926/2020, del 25 ottobre, attraverso il quale è stato approvato il secondo stato di allarme e il potere delegato nelle comunità autonome.

La sentenza rimprovera all’Esecutivo di acconsentire permanentemente alla delega senza alcuna riserva di effettiva vigilanza o eventuale avocazione al Governo stesso, di quanto le autorità delegate potrebbero agire nei rispettivi ambiti territoriali

La sentenza, presentata dal giudice Antonio Narváez,ha avuto il voto favorevole di sei magistrati del corpo e il voto contro i magistrati del blocco composto da Juan Antonio Xiol, María Luisa Balaguer e Cándido Conde-Pumpido,a cui ha aderito il presidente, Juan José González Rivas.

In questo modo, il TC stima parzialmente il ricorso di incostituzionalità presentato da Vox, un partito politico che ha difeso che durante la validità del secondo stato di allarme decretato dal covid-19, sono stati violati gli articoli 17, 19, 21 e 25 della Costituzione.

Lo scorso luglio, il tribunale delle garanzie ha dichiarato incostituzionale il primo stato di allarme, comprendendo che non vi era alcuna limitazione dei diritti fondamentali dei cittadini durante il confino nei primi mesi della pandemia, ma piuttosto una loro sospensione. Tale circostanza, secondo la Corte costituzionale, avrebbe dovuto indurre il Governo a decretare lo stato di eccezione.

Da parte loro fonti in plenary spiegano che il dibattito dei 10 magistrati si è concentrato questo mercoledì sulla sentenza dello stato di allarme e che l’incontro di questo giovedì sarà quando sarà rivolto l’appello dell’ex presidente del Parlamento catalano Carme Forcadell sono d’accordo con la sentenza della Cassazione che l’ha condannata.

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